di Angelo Montagna
I primi amori non si scordano, ma non sempre (quasi mai) sono quelli definitivi. Vale per le donne, ma anche per gli aeromodelli, del resto l’abbinamento donne-motori, donne-moto, donne-aerei non è una novità. La cosa difficile è fare in modo che il primo amore non sia la solita minestra riscaldata, che alla fine ti stufa.
Quanti di noi aeromodellisti usano ancora il loro primo modello? Pochi, pochissimi, quasi nessuno, io per primo. Allora, perché non pensare a creare un aereo che serva da trainer, che consenta di imparare a volare in sicurezza, anche da campi non preparati, che sia semplice da costruire, robusto, e che una volta diventati abili non possa continuare ad essere il modello della domenica, quello che si tira fuori quando si ha voglia di giocare senza stress, non rinunciando a qualche emozione, e non solo affettiva?
Semplice? No, affatto, per raggiungere questo obbiettivo ci sono voluti 30 anni di evoluzione e più di 150 modelli realizzati (non tutti da me).
“Mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve”. Così Blaise Pascal apriva una famosa missiva.
È più difficile semplificare che complicare, essere essenziali che prolissi, fare un modello sobrio e lineare che articolato e intricato.
Spinto da questa filosofia, con l’intenzione di realizzare qualcosa che fosse alla portata di tutti e che potesse durare nel tempo e sopravvivere sia agli urti che alla noia, nel corso di anni di lento sviluppo sono arrivato alla versione attuale (definitiva?) del Libellula.
In origine aveva la fusoliera a sezione ovale, il muso più lungo, il profilo differente, solo per dirne alcune. È diventato a sezione rettangolare, il muso è stato accorciato per utilizzare motori più potenti e pesanti (in origine si andava con 4 – 5 cc, ora anche con 6,5 – 8,5 cc), il profilo alare ottimizzato (Eppler 207 su tutta l’ala, nella versione definitiva).
La coda è a V ormai da molti anni, consente di risparmiare peso, migliora l’aerodinamica ma soprattutto assicura atterraggi anche su aree non preparate senza il rischio di danneggiare il piano di quota. Per gli amanti dei piani tradizionali esiste anche la versione standard.
È stato dotato di carrello, realizzato in versione ad ala allungata a due metri, con motore elettrico, ala in polistirolo rivestito o centinata. Insomma, le abbiamo provate tutte.
La costruzione è semplice, inutile dare spiegazioni in quanto il disegno parla da solo, (si può richiedere gratuitamente la tavola in PDF in scala 1:1 scrivendo a info@gmb.pv.it e nel caso chiedere chiarimenti sulla costruzione).
Il volo è facile e lento se si ha l’accortezza di non esasperare il motore, ma diventa veloce e scattante con propulsori di grossa cilindrata tenuti a manetta. In planata è molto efficiente, può essere tirato in finale all’inverosimile senza stalli d’ala, ma anche appoggiato con una certa decisione sulla pista per accorciare gli spazi, essendo un buon incassatore.
Il Libellula è stato ed è tuttora il modello scuola di tantissime persone. Chi l’ha usato per imparare l’ha ancora, e chi se l’è ritrovato un po’ troppo rappezzato, impregnato d’olio o ammaccato ne ha costruito un altro.
Versione del Libellula con ala allungata a 2 m, fusoliera ristretta ed allungata, con motore da 2,5 cc da utilizzare come moto aliante.